martedì 30 dicembre 2008

Sfida al Polo Sud

Cent'anni dopo Scott, Britannici e Norvegesi di nuovo rivali in Antartide. Nel 1911 il dramma della spedizione inglese, guidata appunto dal capitano Robert Falcon Scott.






Cent'anni fa la stessa competizione costò la vita al capitano Robert Falcon Scott e ai suoi quattro compagni, uccisi dalla fatica, dal gelo e dalla delusione per essere stati preceduti di pochi giorni nella conquista del Polo Sud dalla spedizione del norvegese Roald Amundsen. La storiografia britannica ha sempre riconosciuto a Scott l'eroismo visionario, ma gli ha anche rimproverato di non aver preparato con sufficiente cura l'impresa e ha sottolineato come il rivale norvegese lo avesse in qualche modo ingannato, tenendo nascosto fino all'ultimo il suo obiettivo. Così, un po' per puro spirito di avventura, un po' per saldare i conti con il passato, sei equipaggi di tre uomini ciascuno hanno deciso di sfidarsi nella corsa verso il punto più a Sud nella terra, al centro dell'Antartico. La gara si chiama Amundsen Omega3 South Pole Race e parte giovedì, lungo un percorso tra i ghiacci di quasi mille chilometri, con temperature previste a meno 50 gradi, con i nuovi esploratori che avanzeranno a piedi, aiutati solo dagli sci e trainando slitte con l'attrezzatura essenziale per la sopravvivenza. Procederanno solo con le loro forze perché quello fu il fattore che segnò il destino di Scott: il capitano aveva pensato di usare motoslitte e ponies, ma i mezzi meccanici erano stati bloccati dal gelo e anche i cavalli erano crollati.


Scott non aveva dato retta a chi gli aveva consigliato di usare solo i cani. Mentre Amundsen, che si era fidato delle mute per il traino, riuscì a piantare la bandiera norvegese sul Polo Sud la mattina del 14 dicembre 1911 e a tornare salvo alla base. Quando Scott e i suoi quattro compagni arrivarono sullo stesso punto, il 18 gennaio 1912, videro la bandiera: erano già in ritardo, avevano già trascorso in quelle condizioni estreme 50 giorni. Provati dallo sforzo, amareggiati dalla sconfitta, si misero in marcia per tornare al campo base. Rimasti a corto di carburante per scaldare le provviste di cibo si indebolirono ulteriormente. Il 16 marzo Lawrence Oates, uno dei compagni di Scott, rendendosi conto di essere arrivato alla fine, lasciò la tenda con una frase che è entrata nella storia: «Sto solo uscendo e potrebbe volerci un po' di tempo». Si stava sacrificando, per dare agli altri una possibilità, dividendosi la sua parte di razioni. Il suo corpo non fu mai recuperato. Sono personaggi fuori dal comune anche quelli che partiranno il 1˚ gennaio. C'è un analista finanziario della City; diversi ex Royal Marines (era ufficiale di Marina anche Scott); un medico che ha superato una grave malattia e vuole provare a se stesso di essere tornato in forma.

Il più celebre del gruppo è Marc Pollock, 32 anni, un atleta che ha perso la vista dieci anni fa e sarà guidato nella marcia nell'Antartico da un compagno in cordata. I norvegesi sono sciatori militari. Una delle difficoltà maggiori è data dal consumo di calorie: per avanzare di 15 miglia al giorno, marciando per dodici ore di seguito nel gelo assoluto si spendono circa 12mila calorie. La sopravvivenza dipenderà dai 70 chili di equipaggiamento che ognuno trascinerà sul ghiaccio per sei settimane almeno. Oltre ai vestiti in materiali speciali e moderni, gli uomini della Amundsen South Pole Race avranno telefoni satellitari. Scott nel 1912 non aveva una radio per comunicare. Lo trovarono mesi dopo, congelato nella sua tenda, a 11 miglia dalla salvezza: aveva ancora in pugno la matita con cui aveva scritto il diario della spedizione: «Fossimo sopravvissuti, avrei avuto una storia da raccontarvi sull'ardimento, la resistenza e il coraggio dei miei compagni che avrebbe commosso il cuore di ogni britannico».
Vi sembrerà incredibile, ma questa storia che mi appassionò all'epoca, la conobbi tramite un famoso gruppo musicale spagnolo, "Héroes del Silencio" con questo brano:
Per chi volesse seguire l'impresa di questi valorosi atleti lo può fare dal seguente indirizzo:
Good Luck!

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